La cinquantanovesima parola buona è SUGGERIMENTO.
Quando ci sussurrano un vero consiglio utile é come se magicamente iniziasse a sgarbugliarsi un’ intricata matassa. Un suggerimento efficace libera la mente e il cuore rimasti asfittici in spazi ristretti. Il fatto curioso é che la boccata d’ossigeno funziona meglio quando si presenta come un venticello leggero e non come un tornado che spazza via ogni sicurezza.
Così accade quando le parole degli altri aiutano a rileggere la realtà da un altro vertice osservativo.
Per esempio, in questi giorni mi é capitato tra le mani il romanzo d’esordio per i tipi Scatole Parlanti della Collega Neuropsichiatra Olivia Ninotti. Perché ci aiuta a comprendere meglio la realtà un esilarante racconto di vita domestica attribuito alla voce narrante della gatta di casa? Perché risulta così tanto provocante la scrittura leggera che alterna battute sottili? Tipo queste:
Alle 7.35 decido di creare una frattura spazio-temporale. Mi smaterializzo. « Dov’è la gatta?» chiede la mamma.
Sembra più un intercalare nel suo girare a trottola.
Nessuna risposta da nessuno.
« Dov’è la gatta?»
Adesso é una vera e propria domanda consapevole.
« Sarà daqualcheparte (scritto tutto attaccato) » risponde il papà, dal bagno.
La casa sovraffollata in cui si muovono due genitori, tre figli e un certo numero di gatti si apre senza soluzione di continuità sullo spazio dell’osservatore. Come se stesse osservando una casa delle bambole, il lettore é chiamato tanto a scorgere le mosse dei protagonisti tanto a trovarsi lui stesso dentro la narrazione.
In modo sottile, un consiglio efficace diventa ben accetto e piacevole, quando non si impone e addirittura stupisce. “Dov’è il quadro?” si domanda un noto critico d’arte di fronte alle opere di Velasquez. Il quadro non c’è più perché nel gioco illusorio della stanza in cui sei finito anche tu, il pittore ti guarda. Ritraendo idealmente anche te, ti fornisce lo spunto per – come scrive la Ninotti – “una vera e propria domanda consapevole”.
La nuova parola buona é SUGGERIMENTO.
Un’autentica domanda consapevole su di sé e sugli eventi coglie la potenza delle sottigliezze.
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