La tredicesima parola buona è RISCHIO.
Svolta un’operazione aritmetica, basta effettuare la prova e ogni dubbio sul risultato svanisce. Nella vita reale, si corre qualche rischio in più per risolvere i problemi, dato che le variabili in gioco sono numerose, ciò che accade non segue regole costanti e le verifiche a volte sono incerte. Soprattutto quando viviamo uno sconvolgimento, è arduo convincersi che si tratti di una nuova avventura, senza cedere alla tentazione di fermarsi o di ripristinare in fretta le vecchie abitudini.
È successo, per esempio, con un appello pubblico. A dicembre un’associazione di volontariato riminese cercava una casa in comodato d’uso per ospitare dei ragazzi. Giovani con le difficoltà di chi si confronta con problematici viaggi esistenziali prima ancora di aver avuto il tempo di spiccare il volo. Scrivere sul giornale invitando a “far sapere da che parte stiamo” ha funzionato come un lenzuolo bianco steso al balcone: l’intimità esposta allo sguardo collettivo è diventata la bandiera di un riscatto. Subito, le solite domande: perché non mettere a reddito l’appartamento o lasciarlo libero per i propri figli? e se quei ventenni provocassero dei danni? e se non uscissero più di lì? Una famiglia ha offerto la casa sensibilizzata dal fatto che il nonno durante la Guerra era stato ospitato da un’altra famiglia, l’amministrazione ha riconosciuto il progetto Casa Dolce Casa come intervento qualificato di integrazione, qualcuno ha sistemato la caldaia difettosa, altri a Pasqua, malgrado la quarantena, hanno portato l’uovo di cioccolato alla casa. Molti hanno iniziato a sentirla un pezzo del quartiere e della città. I giovani potevano ritrovare un “noi” da cui ripartire, per diventare poi veri protagonisti della loro vita e della vita sociale. Rischiando, l’associazione ha trasformato un gesto di gratuità in un seme capace di svilupparsi fino a far sbocciare nuove opportunità. Prende il largo solo la barca di chi lascia gonfiare le proprie vele dalle folate di vento e si assume il rischio di andare. Frena chi si oppone al futuro con facili rimpianti o una semplice esistenza.
La nuova parola buona è Rischio. Vive di paure chi non si smarca dalla ripetizione, chi non si confronta con il cambiamento, chi vuole salvare le apparenze e non il cuore. Un’esistenza nuova è data a chi sa misurarsi con l’ignoto e gli fa spazio.
Sergio Astori e Silvia Sanchini
Video in Lingua dei Segni Italiana (LIS)
[Video traduzione in Lingua dei Segni Italiana (LIS) a cura di Marilena Lionetti, dottoressa in Psicologia clinica e Interprete LIS]
[Sottotitoli a cura di Vera Arma, CulturAbile Onlus]
[Montaggio a cura di Marcantonio Lunardi]
[Un grazie particolare alla Fondazione Pio Istituto dei Sordi di Milano per l’importante sostegno al progetto #ParoleBuone]
Pillole audio di Sergio Astori
Testo in simboli CAA
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