La sessantesima parola buona è RIPOSO.
Per le persone é un bisogno riposare la mente e il corpo dalle fatiche, darsi del tempo per sottrarsi dal sole cocente degli impegni e delle pene.
Riconosciamo meglio il valore dell’esistenza quando riusciamo a stare in compagnia di qualche amico, a godere le meraviglie della natura, ad apprezzare le bellezze dell’arte e il ritmo della musica …
Ricordo che quasi quarant’anni fa, quando andavo alle scuole medie, la professoressa di lettere ci mise di fronte ad un’esperienza insolita per quei tempi.
Era un fuori programma che ci stupì perche quella prof tanto seria sembrava impazzita. Nel bel mezzo di un compito in classe oppure prima di una spiegazione impegnativa domandava di spalancare le finestre e ci proponeva – a dire il vero ci imponeva – un quarto d’ora di rilassamento.
Seduti, con gli occhi chiusi e le mani appoggiate sui banchi ci invitava – o, meglio, ci obbligava – a praticare una “piena presenza mentale”, vale a dire di a dare attenzione e ascolto a noi stessi, al nostro corpo e persino al canto degli uccelli proveniente dal giardino della scuola.
Pochi minuti di abbandono e ristoro che, a nostra insaputa, rigeneravano ben più delle consuete ricreazioni. Quelle, a memoria, le passavamo a consumare la merenda o a parlare con i compagni, camminando lungo i corridoi.
La professoressa Ravasio sottraeva tempo alle sue lezioni per invitarci a riposare qualche minuto nel nostro intimo e, così facendo, ci ha lasciato una grande lezione. Il vero riposo é abbandono al fatto che non siamo noi padroni del tempo, che non contano solo le nostre capacità, che, nella vita, per essere sereni e realizzati, oltre all’impegno c’é sempre da far spazio alla fiducia.
La nuova parola buona é RIPOSO.
Gli affanni delle attività svaniscono quando entra nella vita il tempo della leggerezza, del gioco, della festa.
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