La centunesima parola buona è POESIA.
Una detenuta mi ha accompagnato a visitare il Padiglione vaticano alla Biennale d’Arte di Venezia 2024.
Le istallazioni sulle mura esterne e negli spazi interni hanno reso la partecipazione della Santa Sede nel Carcere femminile della Giudecca, una delle migliori della 60ma edizione. Tuttavia, nessun curatore avrebbe potuto programmare la perfetta sintonia tra l’enorme scritta al led blu del collettivo artistico Claire Fontaine e le timide parole di Angelica, la giovane detenuta.
Il verso “Siamo con voi nella notte” ha illuminato le finestre affacciate sul cortile interno. A sciogliere la dimensione oscura degli occhi che osservavano da dietro le sbarre, è stato il viso della giovane guida, la quale, conclusa la spiegazione dovuta, ha trafitto il cuore aggiungendo: « Tutte le donne e gli uomini che con la Biennale sono venuti a trovarci, cioè, volevo dire, sono venuti qui, ora sanno che ci siamo e si ricorderanno di noi ».
Tutto lì il senso del progetto “Con i miei occhi”: da lì tutto riprende senso. Si capivano i piedi logori disegnati da Cattelan sulla facciata del carcere, a metà tra gli scorci di Mantegna e gli olii di Caravaggio; e le foto rielaborate da Claire Tabouret dei nipoti di Antonella, di Celebi, la figlia di Rodica, di Sabrina, di Leonardo e di molti altri parenti che attendono le detenute come se fossero un’unica famiglia di fuori; infine, la vertigine avvertita quando l’opera colorata di Sonia Gomez, rovesciando la prospettiva, ha obbligato ad alzare lo sguardo verso la volta della chiesa interna sconsacrata.
La nuova parola buona è POESIA
I versi hanno il potere di portarci a un diverso vedere.
TI È PIACIUTA LA PAROLA BUONA? CONDIVIDILA!