Flessibilità

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Ci rigeneriamo quando sappiamo cambiare lo sguardo sulle situazioni, adeguando pensieri e comportamenti.

La centoquattresima parola buona è FLESSIBILITÀ.

Michele – il nome é di fantasia – è un giovane imprenditore di larghe vedute. Tiene molto ai suoi dipendenti e li considera quasi parte della sua famiglia. É molto riservato e della sua storia personale si sa poco. Figlio a sua volta di un noto imprenditore in campo agroalimentare, ha avuto una buona istruzione. È cresciuto in un ambiente molto agiato e non è solito esibirlo. Ha ereditato un tratto di particolare sensibilità dalla madre, nota pianista.

Un giorno, per via dei lavori di ristrutturazione della sua casa in montagna, non si trovava più posto al pianoforte a muro che era lì da sempre, lo stesso su cui da piccolo Michele suonava a quattro mani con la madre durante le vacanze invernali. Abituato ad affrontare di petto le questioni spinose del suo mestiere, piuttosto che far rinchiudere lo strumento musicale in soffitta o in cantina, luoghi dai quali poi sarebbe stato improbabile ripescarlo, Michele ha escogitato di dare una nuova e diversa vita al piano.

Saputo che la figlia di uno dei capireparto, avvicinatasi alla musica durante le ore della scuola, aveva una sincera passione per i tasti bianchi e neri, ha immaginato che la famiglia della bimba avrebbe dato priorità alle spese necessarie per vivere prima di pensare all’acquisto di uno strumento per alimentare il talento della piccola pianista.

Ha organizzato in modo tale che i suoi operai, incluso il caporeparto, portassero via il pianoforte, lasciando detto di smaltirlo a loro piacimento. Dopo non molte settimane, Michele ha diramato una comunicazione interna all’azienda con la quale annunciava che erano stati istituiti dei premi in denaro in memoria della madre pianista, indirizzati ai figli del personale e spendibili per l’acquisto di lezioni musicali.

Grazie al pensiero elastico di Michele, la bimba ha potuto iniziare a sorprendersi del numero incredibile di armonie che possono essere composte con una manciata di note. Così l’intelligenza creativa emancipa dall’obbligo di suonare all’infinito un unico motivetto.

La nuova parola buona è FLESSIBILITÀ 

Ci rigeneriamo quando sappiamo cambiare lo sguardo sulle situazioni, adeguando pensieri e comportamenti.



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Sergio Astori

Chi sono

Sono papà di Giulia e Silvia e marito di Monica, immunologa clinica.
Mi appassiona conoscere ciò che ci anima come donne e uomini, e studio le situazioni di limite che possono offuscare la bellezza delle persone.
Sono cresciuto a Bergamo, poi sono diventato medico a Milano, poi mi sono specializzato a Pavia in psichiatria e psicoterapia, infine ho completato gli studi con un dottorato in Salute pubblica, scienze sanitarie e formative.
Esercito a Milano dove insegno alla Facoltà di Psicologia dell’Universita Cattolica.
Quello che credo in una frase?
In noi l’intelligenza coniugata con la coscienza è una scintilla di infinito che può fare la differenza.