Disarmo

D
Le guerre si smontano iniziando a svuotare i serbatoi della violenza verbale. Foto di Sergio Astori

La novantasettesima parola buona è DISARMO.

Una piovosa serata di febbraio a Roma, ho assistito a un incontro pubblico tra  Agnese Moro,  la figlia dello statista ucciso dalle Brigate Rosse, e Adriana Faranda, ex brigatista con un ruolo importante durante il sequestro del 16 marzo 1978. Da molto tempo, hanno intrapreso un percorso di ascolto e scambio reciproco all’insegna della giustizia riparativa. 

Superato l’imbarazzo che coglie quelli della mia generazione o più anziani, che vedano scritti uno di fianco all’altro due cognomi così, Moro e Faranda, ho domandato alle due donne di indicarci i tratti fondamentali del dialogo tra loro. 

Adriana Faranda ha ricordato che la visione manichea della storia, con i buoni rivoluzionari tutti da una parte e i cattivi responsabili delle istituzioni dall’altra, ha fatto usare persino la parola “amore” come  strumento di violenza verbale, travisandone il senso, e da ciò è derivato il tragico epilogo dell’uccisione dell’uomo politico e della sua scorta. 

Agnese Moro, di seguito, ha spiegato che tra le vittime e gli autori dei reati funzionano le parole e i silenzi di rimprovero e di riparazione, le parole e i silenzi che evitano di essere strumentali, le parole e i silenzi che si collocano tra gli uni e gli altri con lo spirito di recuperare la verità, senza annientarsi a vicenda. Le parole buone sono le parole disarmate. 

La nuova parola buona è DISARMO

Le guerre si smontano iniziando a svuotare i serbatoi della violenza verbale.



TI È PIACIUTA LA PAROLA BUONA? CONDIVIDILA!

Sergio Astori

Chi sono

Sono papà di Giulia e Silvia e marito di Monica, immunologa clinica.
Mi appassiona conoscere ciò che ci anima come donne e uomini, e studio le situazioni di limite che possono offuscare la bellezza delle persone.
Sono cresciuto a Bergamo, poi sono diventato medico a Milano, poi mi sono specializzato a Pavia in psichiatria e psicoterapia, infine ho completato gli studi con un dottorato in Salute pubblica, scienze sanitarie e formative.
Esercito a Milano dove insegno alla Facoltà di Psicologia dell’Universita Cattolica.
Quello che credo in una frase?
In noi l’intelligenza coniugata con la coscienza è una scintilla di infinito che può fare la differenza.