La novantottesima parola buona è COLLOQUIO.
Un giorno lontano, arrivò la richiesta di una consulenza urgente da effettuare in pronto soccorso. Il direttore del reparto psichiatrico dove mi stavo specializzando, mi fece andare con lui. Un giovane in preda al panico era steso su di una barella lungo il corridoio.
Tra lo stupore generale, il Professore domandò di avere uno spazio riservato in quel contesto sovraffollato. Individuato uno stanzino vuoto, vi fece trasferire la barella, prese una sedia di metallo e si sedette di lato al paziente. Assistetti a 50 minuti di colloquio. Bisbigliarono, si raccontarono.
Allo scadere di quel tempo sospeso, l’anziano medico disse al giovane paziente: « La aspetto tutti i martedì alle 9 nel mio studio ». « Ma … ma … », balbettò l’altro pensando al costo. Venne subito rassicurato che non sarebbe stato un problema.
Un improbabile angolo del pronto soccorso era diventato lo spazio della cura possibile, ottenendo anche il vantaggio di dimostrare che è sempre possibile mandare in frantumi una routine fatta di infinite liste di attesa e di accessi ospedalieri infruttuosi.
La nuova parola buona è COLLOQUIO
Gli altri hanno uno spazio vero in noi quando abbiamo la pazienza di lasciarli esprimere.
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