Alternativa

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FOTO tratta dalla pagina Facebook della Coop. Lazzarelle

La ventiquattresima parola buona è ALTERNATIVA.

Spesso manca il lavoro, e alcune imprese al femminile possono essere di esempio di come riaccendere, con creatività, la speranza. «Rafedin» é un atelier di moda realizzato in Giordania da donne fuggite dalle violenze in Iraq.

Il laboratorio é stato avviato da Padre Mario Cornioli e da un gruppo di sarte italiane ad Amman. Lì, le colorate stoffe giordane si trasformano in abiti, cravatte, pochette, e riportano il sorriso sul volto di chi ha rischiato la morte.

Oltre ad acquisire una capacità professionale, le ragazze possono sostenere le loro famiglie. Si intitola «Heidi abita qui» il progetto realizzato da una ONG italiana che opera in Niger. Il CISV ha regalato due capre ad ognuna delle donne di un villaggio trasformandole così in piccole imprenditrici: le capre danno latte, possono mettere al mondo altre capre che un giorno potranno essere vendute al mercato.

La gestione della propria impresa domestica può concretamente migliorare la loro vita e quella dell’intera comunità.

Nella Casa Circondariale femminile di Pozzuoli é nata la cooperativa «Le Lazzarelle». Alcune donne hanno cominciato a tostare il caffè proveniente da piccoli produttori del sud del mondo con un metodo napoletano lento e senza additivi.

Da poco, oltre alla Torrefazione del carcere, le detenute gestiscono un Bistrò alla Galleria Principe di Napoli. Conservano il sorriso e l’entusiasmo malgrado le fatiche dei distanziamenti e dell’obbligo di asporto.

Sono esempi di integrazione e di vita dignitosa nati dove é stata messa all’opera la capacità creativa. 

La ventiquattresima parola buona é Alternativa. 

La libertà di chiedere e di ricevere genera un mondo diverso in cui le donne e gli uomini possono vivere il proprio sviluppo nella solidarietà con l’intera comunità.


Video in Lingua dei Segni Italiana (LIS)

[Video traduzione in Lingua dei Segni Italiana (LIS) a cura di Mita Graziano, dottoressa in Psicologia clinica e Interprete LIS, con la supervisione di Mauro Mottinelli, psicologo e psicoterapeuta sordo]

[Sottotitoli a cura di Vera Arma, CulturAbile Onlus]

[Montaggio a cura di Marcantonio Lunardi]

[Un grazie particolare alla Fondazione Pio Istituto dei Sordi di Milano per l’importante sostegno al progetto #ParoleBuone]


Testo in simboli CAA

[Versione in simboli a cura di Antonio Bianchi, Centro Sovrazonale di Comunicazione Aumentativa di Milano e Verdello, secondo il modello definito dal Centro Studi inbook]

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Sergio Astori

Chi sono

Sono papà di Giulia e Silvia e marito di Monica, immunologa clinica.
Mi appassiona conoscere ciò che ci anima come donne e uomini, e studio le situazioni di limite che possono offuscare la bellezza delle persone.
Sono cresciuto a Bergamo, poi sono diventato medico a Milano, poi mi sono specializzato a Pavia in psichiatria e psicoterapia, infine ho completato gli studi con un dottorato in Salute pubblica, scienze sanitarie e formative.
Esercito a Milano dove insegno alla Facoltà di Psicologia dell’Universita Cattolica.
Quello che credo in una frase?
In noi l’intelligenza coniugata con la coscienza è una scintilla di infinito che può fare la differenza.