La sessantanovesima parola buona è CASA.
L’aria di casa è sempre unica. Così si pensa del luogo dove si vuole tornare alla fine di qualsiasi viaggio o dopo una vacanza, un periodo di studi, semplicemente al termine di una giornata. Casa é casa, si dice.
L’educatrice riminese Silvia Sanchini, una delle più attive collaboratrici della squadra di lavoro di #ParoleBuone, ha pubblicato l’interessante volumetto “Riportando tutto a casa”.
L’autrice racconta i suoi primi quindici anni di lavoro nel mondo sociale attraverso le narrazioni degli incontri umani e professionali, che, dice, ha custodito come perle in uno scrigno perché, riconsegnate ai lettori, potessero riflettere nuova luce.
Storie vere, come quella di Elisa per la quale “casa” è una strada, un marciapiede vicino alla stazione, una grata conquistata a fatica da cui esce aria calda. Per il sudamericano Miguel “casa” è Carlo, quel compagno di scuola che sa prenderlo in giro e provocarlo senza però mai offenderlo. Per il diciottenne detenuto il cui padre picchiava lui, il cui nonno picchiava suo padre, “casa” sono le parole buone dell’educatrice che spezza la catena di dolore e per farlo attraversa 14 porte per giungere alla sua cella e fargli visita.
Davvero una preziosa collana nella quale ogni perla cerca di porre fine ai propri smarrimenti, cercando luoghi di protezione e dialogo, e trova finalmente “casa”.
La nuova parola buona é CASA.
Quando troviamo un luogo dove si mette ordine al caos, allora riportiamo a casa le nostre vite e di lì possiamo ripartire.
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